Ghibellini di tutta Italia, unitevi !

Pubblicato il da Psi torino

Sono passati già quasi otto secoli da quando Dante inveiva contro la ricchezza e la corruzione del clero, metteva i Papi all’inferno e parlava di due “Soli”: l’Impero, che doveva provvedere alla felicità terrena dei sudditi, e il Papato, che invece doveva occuparsi esclusivamente della loro felicità spirituale ed ultraterrena: due sfere, quindi (quella politica/pubblica e quella religiosa/privata) da tenere ben separate.

Oggigiorno in Italia questo messaggio non è ancora stato recepito e la chiesa cattolica, oltre ad essere più ricca che mai (alla faccia dell’ideale francescano di povertà propugnato da Dante, e non solo da lui) continua ad ingerirsi pesantemente nella sfera pubblica, sia politica che civile, con una arroganza e sfrontatezza che nulla hanno da invidiare a quelle esibite ai tempi di Dante.

E mentre i (pochi e sparuti) “laicisti” cercano invano di ricacciare la religione cattolica nella sfera privata (che è l’unica che le competa), la chiesa invita continuamente i “suoi” a “testimoniare la fede” in quella pubblica e politica.

Ai tempi di Dante l’Italia era divisa fra Guelfi e Ghibellini – i primi, papisti e baciapile, i secondi, fieri sostenitori dell’imperatore e della “laicità dello stato”.

Ma dove sono finiti, oggi, i ghibellini italiani?

Perché i nostri politici, di destra o di sinistra che si dichiarino, sono nella grandissima maggioranza guelfi, e non esiste un moderno Farinata degli Uberti che si opponga con fierezza e determinazione, e finanche dall’al di là, all’attuale Papa, una figura che non è difficile immaginare dove Dante metterebbe, se fosse ancora vivo.

(Enrica Rota)

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