Inadeguatezze e carenze dei partiti italiani

Pubblicato il da Psi torino

Venerdì sera alla festa del PD in p.zza d’Armi ho purtroppo potuto ascoltare soltanto la fine dell'intervento di U. Intini:

Uno dei suoi argomenti mi ha colpito:

rimpiangeva il tempo in cui i partiti educavano politicamente gli italiani, mentre adesso sta crescendo l’antipolitica dopo 20 anni di berlusconismo, e diceva anche che il declino dell'Italia sarebbe iniziato con la fine del partitismo e che quindi i partiti sono indispensabili ...

E' vero che l’Italia avrebbe bisogno di partiti all’altezza della situazione, però non vorrei che il periodo del partitismo venisse considerato come un'epoca d’oro! Motivi:

1) la crescita in Italia tra il 1945 e il 1980/90 non era dovuta all’azione dei partiti o dei governi, era generalizzata in tutta Europa!

2) il declino dell'Italia è soprattutto dovuto al fatto che l'Italia non era preparata all'ingresso sul mercato industriale di nuovi concorrenti e non ha mai avuto un sistema abbastanza pulito sia di gestione dei progetti pubblici che di incentivi per lo sviluppo.

Perciò i partiti dell' ”epoca d’oro” sono anche responsabili:

-          del livello (senza eguali nei paesi industrializzati) di corruzione;

-          del ruolo della mafia;

-          della scarsità degli investimenti pubblici nei settori di ricerca/sviluppo e innovazione (anche qui l'Italia ha il record negativo fra i paesi industrializzati);

-          della mala gestione dei progetti pubblici e dello spreco del denaro pubblico;

-          del livello di disuguaglianza fra la popolazione, e non soltanto tra nord e sud (si piazzano dopo di l’Italia, tra i paesi sviluppati, solo il Messico, la Turchia, il Portogallo, gli USA e la Polonia) – attualmente, dei periodi di crescita non beneficiano più tutti ma quasi esclusivamente alcuni (e vi è anche in questo una differenza abissale con il passato!);

-          della eccessiva burocrazia;

-          quindi di tutti i freni a una crescita sana!

I partiti devono capire che non si vota più per un'ideologia! Non che le ideologie non esistano più, però adesso è indispensabile associare un progetto e un programma chiari a queste ideologie (che io preferisco però chiamarle “principi”).

Inoltre la credibilità deve essere guadagnata!

I partiti devono discutere sui problemi dell’Italia ma soprattutto proporre soluzioni concrete! E questa è una cosa complessa (i problemi, come dicevo, sono più complessi di una volta) e che necessita di tempo.

Un ex deputato mi diceva venerdì: “I programmi esistono, non è quello il problema, il fatto è che la gente vota per la velina o per il suo dentista di famiglia.”

Io non sono d'accordo: se per programmi si intendono le 2 o 3 pagine programmatiche che trovo nei “blog” dei diversi partiti, allora i programmi non ci sono! E comunque nessuno ne parla!

Inoltre nessuno si preoccupa di spiegare agli elettori le sue scelte o proposte!

Le 100 proposte di Renzi (alcune mi piacciono, di altre parlerò in un altro articolo) sono elencate come se si trattasse di una lista della spesa! Senza priorità, senza che sia spiegata la logica che ha portato a formulare queste proposte!

Per una vita politica decente i partiti devono, secondo me, concentrarsi sull’offerta programmatica e sulla chiara esposizione di essa agli italiani (cosa che tra l’altro manca anche in Francia!) …e ovviamente fare pulizia al loro interno (diminuzione dei costi della politica e della corruzione che ha raggiunto livelli indecenti - basta vedere le vicende della regione Lazio), se no Grillo otterrà il 20% e l’astensionismo crescerà, non perché la politica non interessa agli italiani ma appunto perché vorrebbero un certo tipo di politica che invece non hanno …

(René-emmanuel BOUKHECHEM, membro del PS francese)

 

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